Scritto da Redazione Piccante

La II edizione dell’evento “Strenne Piccanti” così pieno di momenti culturali, artistici e sociali che avevano come fil rouge la Calabria e il peperoncino, ha sollecitato la mia curiosità su questa intrigante spezia dalla forma fallica, dal colore della passione e dal sapore garibaldino. Non preferisco i cibi piccanti, ma guardando nella dispensa della mia cucina mi sono resa conto che non manca ne “l’olio santo”, né i barattoli di peperoncini in polvere né una ghirlanda di tali cornetti o “ diavolill” che curo a mo’ di reliquia.

Allora mi sono chiesta il motivo di questa mia evidente contraddizione. Ma soprattutto il senso di fierezza che fruisco nella percezione di tanta “arte vegetale” e il senso di disorientamento nel momento in cui per caso, lo assaporo.

Navigando nel web alla ricerca di uno scoop su questo “eroe dei due mondi” mi sono imbattuta in una interessante teoria sulla alchimia planetaria. Ho sempre creduto nella simbologia e nel suo valore psicologico.

Carl Gustav Jung diceva: “Il simbolo è matrice del linguaggio analogico. Il mondo parla attraverso il simbolo. Più il simbolo è arcaico e profondo, più diventa collettivo ed universale”.

La disciplina dei simboli è la forma primitiva e spontanea di pensiero, un vocabolario attraverso il quale si esprimono le sensazioni, le emozioni, i sentimenti nelle sue forme superiori. In molte correnti iniziatiche, i simboli sono condensatori di verità misteriose, stimolo alla riflessione e alla ricerca interiore. Secondo Chevalier e Gheerbrant” il simbolo esprime il mondo percepito e vissuto come il soggetto lo sente, non secondo la sua ragione critica e a livello della coscienza, ma secondo il suo universo psichico, affettivo e rappresentativo soprattutto a livello dell'inconscio. Nell' immaginario collettivo il peperoncino rimanda a quell'ortaggio di colore rosso e alla spezia più passionale di tutte le cucine del mondo; è il simbolo del vivere gioioso e, grazie alla sua forma a cornetto, ha sostituito il membro maschile che fin dall’antichità è stato il simbolo di fortuna e abbondanza. Una ghirlanda di cornetti rossi, allontana le negatività e propizia l’abbondanza.

E forse è questo uno dei motivi per cui curo con dedizione la mia! Il suo colore rosso, simbolo dell'origine della vita, del sangue e dell'indispensabilità del fuoco, gli dà la forza per sconfiggere ogni male. Ha mantenuto il suo spirito nel tempo il Capsicum Annuum, nome scientifico del peperoncino, perchè evocatore, sia per il colore rubicondo sia per il sapore piccante bruciante, degli inferi solari e purificatori. Tra un vedremo che significa!

Non dimentichiamo che il piccante non è un sapore riconosciuto dalle papille gustative, ma è una sensazione tattile e di calore avvertita da specifiche cellule che fanno capo ai nervi del trigemino localizzati nella bocca, nel naso e nello stomaco. Questi canali sono responsabili della sensazione del dolore. Uno scienziato australiano ha ipotizzato che ciò che percepiamo come piccante, in realtà sia semplicemente un’impressione di dolore, per cui viene spontaneo chiederci: perché ci piace questa sensazione?

E in che relazione stanno il peperoncino, il marziano e il piccante?

Quando definiamo qualcosa marziano in modo figurato generalmente lo poniamo tra coloro che si fanno notano per la loro stranezza o per la loro diversità. In questo articolo invece io utilizzo il termine “marziano” proprio nella sua forma letteraria cioè come relativo al pianeta Marte.

Il significato simbolico dei pianeti che fanno parte del nostro Universo ha origine dalla mitologia greco-latina, per questo hanno gli stessi nomi degli Dei che rappresentano.

Gli antichi erboristi e gli sciamani, avevano già intuito, prima degli studi odierni della neurobiologia vegetale, che le piante non sono cose, e neanche meri contenitori di principi attivi, ma esseri in qualche modo anima-ti, emanazioni delle grandi forze che muovono il cosmo, incarnazione degli antichi Dei. Impararono così a riconoscerne, attraverso le porte della percezione, le diverse qualità, i temperamenti, gli umori, quali tra gli Dei le animassero. Delinearono così per ogni pianta una sorta di Carattere, di Personalità e ce ne hanno narrato nei miti.

Anche un recente autore, Ferdinando Alaimo, che si occupa di Neurobiologia vegetale, asserisce che le piante sono provviste di una qualche attività cerebrale, che hanno memoria e che ci sono piante più o meno intelligenti.

Quindi rimanendo nell’ambito dell’erboristeria è interessante la correlazione tra le piante e le segnature planetarie cioè l’influenza che anche i pianeti hanno sul mondo vegetale. 

Tutte le piante sono “solari”, perché senza la luce del pianeta Sole non c’è fotosintesi clorofilliana. Il Sole lo si può definire sintomo di vita. Ogni pianeta ha una sua simbologia ed è associato ad alcune piante, ma io per brevità parlerò solo del pianeta Marte e della sua influenza sul peperoncino.

I simboli del pianeta sono: il tuono, la tempesta, i carri da guerra, gli aratri, la freccia, la lancia, gli scudi e le armature, il mantello, il sangue, tutto ciò che ha una connotazione fallica.. Le piante che cadono sotto il dominio di Marte sono: il corniolo, l’elleboro, la rapa, l’aloe, l’euforbia, l’acanto, il cardo, l’ortica, il rovo, l’acero, l’agave, l’asparago, il ginseng, il rododendro, l’Ibisco, l’erica, l’amaranto, l’impatiens, il peperoncino piccante, l’Aconitum napellus, il lupino, la coffea

Marte è un pianeta legato al ferro e al fuoco; nella mitologia Ares è il Dio della guerra, aggressivo e sanguinario, appassionato e feroce, impulsivo e forte. Nel corpo umano Marte è riferito al sistema immunitario, ai processi febbrili che bruciano le tossine e i virus, all’energia muscolare che sostiene lo sforzo, all’emoglobina, alla pulsione sessuale. Tutte le piante capaci di apportare ferro e di sostenere l’attività aerobica sono governate da Marte. In generale queste piante hanno caratteristiche tonificanti, riscaldanti, immunostimolanti, afrodisiache, revulsive, rubefacenti.

Anche nella mitologia tolteca del Messico precolombiano, la patria del nostro eroe, uno dei più importanti Dei di quell’Olimpo, Tezcatlipoca, un dio prepotente e marziano, seduce la sua divina sposa presentandosi a lei in veste di venditore di peperoncini.

Un altro interessante aspetto simbolico nel peperoncino lo troviamo nella "dottrina delle segnature" (in latino signatura = firma), che ci dimostra come tutto ciò che esiste è correlato e plasmato da un numero limitato di modelli archetipali. Tale dottrina era applicata in epoca medievale e in seguito rinnegata a causa della predominanza egemonica del pensiero concreto-razionale. Una segnatura non è altro che una similitudine tra enti diversi che ci aiuta ad identificare, per via analogica, le loro proprietà e funzioni. Ad es. l'interno commestibile di una noce assomiglia al cervello umano e, per la teoria delle segnature, può essere utilizzato per curare disturbi cerebrali; in effetti l'analisi moderna ha rivelato che la noce è ricca in serotoninaomega 3 e vitamina B6 ed E, nutrienti essenziali per le funzioni cerebrali

L’uomo, quindi, si affidò  ad un processo analogico riguardante la forma delle foglie, delle radici e del colore dei frutti, comparate con la forma ed il colore di organi e visceri del corpo umano. Queste curiose similitudini, tra organo e pianta corrispondente viene definita “similitudine magica delle signature”. Antichi medici e streghe e guaritori popolari, per secoli dedussero le proprietà curative dei rimedi dalla forma o dal colore delle piante. Il grande Paracelso asseriva che ciascuna pianta porta in sé in qualche sua parte l’indicazione di una sua particolare virtù terapeutica. Questa teoria delle signature venne sviluppata dal medico napoletano Gian Battista Porta che scoprì l’esistenza di un parallelismo diretto tra le piante, il mondo animale e quello umano: “… talune piante hanno delle parti foggiate a mò di cuore, di lingua, di mani, di orecchie, di nasi, occhi, capelli, ecc ….; altri ancora sono piccoli uomini foggiati nella forma adamitica…

 Dato che alcuni medici e alchimisti del 500 ritenevano che ci fosse un legame tra pianeti e persone, le piante “governate” da un determinato pianeta avevano un potere curativo nei confronti delle parti del corpo sottoposte all’influenza del medesimo astro. Il pianeta Marte, che si rifà al mito del guerriero, governa le difese del corpo. Le piante marziane sono capaci di stimolare il sistema immunitario contro le invasioni da parte di agenti nocivi.

Le  qualità medicamentose del peperoncino sono molteplici: Carminativo (flatulenze), eupeptico (digestivo), afrodisiaco (aumenta il desiderio sessuale); protegge i capillari, abbassa il colesterolo, migliora l’emodinamismo, regola la pressione, ottimo per le allergie e l’asma, anticancerogeno, è diuretico, e addirittura fa smettere di fumare e aiuta gli alcolisti a smettere persino di bere, benissimo per convalescenze, tossi e bronchiti, reumatismi, lombalgie, sciatalgie, anemie, depressioni e indebolimento delle difese immunitarie. Insomma è un vero e proprio analgesico naturale.

Concludendo, ogni specie vegetale ha un’anima dove è prevalente un archetipo o pianeta, che le conferisce particolari virtù curative. Le piante marziali hanno un aspetto ispido, spinoso; un colore rosso; un sapore piccante, salato; un odore penetrante, forte, di bruciato; una crescita non univoca, non uniforme. Nei soggetti amanti del piccante si forma un’associazione psicologica tra la sensazione bruciante ed il piacere emozionale: infatti, durante l’assunzione di cibi che provocano reazioni violente, nel cervello sono attivate particolari sostanze oppiacee endogeni, le ENDORFINE. Le endorfine sono in grado di procurare uno stato di euforia o di sonnolenza, più o meno intenso a seconda della quantità rilasciata. L'aspetto più affascinante ed interessante delle endorfine risiede nella loro capacità di regolare l'umore. Durante situazioni particolarmente stressanti il nostro organismo cerca di difendersi rilasciando endorfine che da un lato aiutano a sopportare meglio il dolore e dall'altro influiscono positivamente sullo stato d'animo. Le endorfine hanno dunque la capacità di regalarci piacere, gratificazione e senso di benessere.

Chi ama il piccante del peperoncino è alla ricerca della felicità?

In cucina funziona come nelle più belle opere d’arte: non si sa niente di un piatto fintanto che si ignora l’intenzione che l’ha fatto nascere. (Daniel Pennac)